Chi possiede un appartamento o un locale di proprietà da far fruttare, di solito è pervaso dallo stesso dilemma: affitto a lungo o a breve termine? E come in tutte le questioni più annose, anche in questo caso la risposta è: dipende.
L’affitto tradizionale, ovvero quello prolungato, comporta alcuni vantaggi abbastanza intuibili. Da una parte vi è la certezza del canone mensile e l’assenza di periodi di buco, che invece l’affitto breve non può sempre garantire. Poi c’è la serenità di sapere che l’immobile venga utilizzato e “vissuto”, di modo che se si verificano delle problematiche strutturali di qualunque tipo, c’è (o dovrebbe esserci) qualcuno che se ne accorga e avvisi il proprietario. In più, c’è una maggiore tranquillità sul versante “spese condominiali” e TASI, che sono a carico dell’affittuario.
Negli ultimi anni, però, molti padroni di casa hanno preferito la formula dell’affitto breve, che presenta altri importanti vantaggi.
L’affitto a breve termine conviene? I punti a favore
Tra i principali punti di forza di questa modalità possiamo citare i seguenti:
- L’immobile rimane sempre “a disposizione” del proprietario, per cui, nel caso in cui questi dovesse averne bisogno in tempi stretti, sa che può riprenderne possesso senza dover attendere lo scadere di contratti di lunga durata o incorrere in fastidiose penali.
- I guadagni sono generalmente maggiori. Questo accade perché di solito i prezzi delle permanenze (per lo più giornaliere o settimanali) sono in proporzione molto più alti di quelli dell’affitto a lungo termine. Soprattutto in zone di interesse universitario o turistico.
- I pagamenti vengono corrisposti in anticipo, o per lo meno è ciò che avviene nella maggior parte dei casi. Il proprietario può quindi godere dei frutti del suo affitto prima che inizi il periodo effettivo di decorrenza.
- I danni da usura sono contenuti , perché le persone che rimangono pochi giorni cercano di “vivere” l’appartamento il meno possibile, evitando azioni che possano danneggiarlo (riammodernamenti, eccetera).
- Non c’è imposta di bollo per gli affitti di durata inferiore ai 30 giorni.
Cose da tenere in conto negli affitti brevi
D’altro canto, l’affitto breve richiede ai proprietari anche una certa prontezza di intervento e una serie di incombenze da tenere in conto:
- Rimanere a disposizione dell’affittuario per ogni necessità o emergenza immediata.
- Gestire le disponibilità delle camere, tenendo conto dello stato effettivo delle prenotazioni effettuate. Ciò di solito richiede l’utilizzo di gestionali per il booking, e quelli più validi sono spesso a pagamento.
- Tenere un registro presenze sempre aggiornato per la Polizia di Stato, per la necessità di comunicare i nominativi entro 24 ore dall’arrivo.
- Garantire manutenzione e pulizia costanti per assicurare la migliore permanenza agli affittuari.
- Fare i conti con le recensioni che, nel bene e nel male, non si possono escludere (soprattutto quelle negative).
Esistono ovviamente tanti altri pro e contro da considerare, ma quello che possiamo concludere è che, in generale, l’affitto a breve termine può rivelarsi opportuno e remunerativo soprattutto per gli appartamenti o i locali ad uso turistico, a patto che i proprietari ci “stiano dietro” e non abbiano una gestione troppo passiva.
In alternativa, se si preferisce una gestione più “tranquilla” e meno “attiva” (il che, si badi bene, non implica mai che il proprietario non si debba sentire coinvolto), meglio rinunciare a un guadagno maggiore e optare per l’affitto a persone che possano vivere l’appartamento come se fosse il proprio, almeno per un buon lasso di tempo.
Se sei un proprietario di immobile e sei ancora indeciso sulla formula di affitto migliore da adottare per il tuo appartamento nella province di Catania, Siracusa e Messina, puoi sempre chiedere un parere al nostro personale e capire quale sia la soluzione più adatta alle tue esigenze.